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Sorry, too lazy to translate.calciomercato.it said:Milan, è ora di rinnovare
"Il Milan è una squadra esperta, non vecchia." Con queste parole Carlo Ancelotti prova a giustificare una situazione che neanche lui è più in grado di gestire, una situazione causata da campagne acquisti fallimentari e poco mirate, una situazione che la dirigenza rossonera dovrebbe capire e cambiare al più presto.
Se infatti gli undici titolari (Kalac, Oddo Nesta Kaladze Jankulosky, Gattuso Pirlo Ambrosini, Seedorf Kaka e Pato) sono validi e relativamente giovani, sono le riserve a preoccupare.
Fatta eccezione per i non sempre brillanti Gilardino, Gourcuff e Bonera troviamo una serie di giocatori che, dopo anni di scintillante carriera, sono arrivati al capolinea.
Togliamo da questa lista Capitan Maldini ed Inzaghi, l'uno bandiera l'altro intramontabile killer d'area di rigore, e vediamo cosa rimane:
Cafu, 37 anni
Emerson, 32 anni
Serginho, 36 anni
Favalli, 39 anni
Dida, 33 anni
Brocchi, 31 anni
Simic, 32 anni
Fiori, 39 anni
Ronaldo, 32 anni
Tutti nomi che hanno fatto, chi più chi meno, la storia e la fortuna di questo e di tanti altri club, ma che tra infortuni ed età non sono più arruolabili in una squadra che deve reggere 3 competizioni ad altissimo livello.
Ma perchè il Milan continua ad affidarsi a giocatori di questo tipo, anzichè puntare sui giovani come stanno facendo tutte le squadre più forti d'europa (Arsenal, Manchester, Barcellona, Lione) e le migliori d'Italia (Inter, Juve, Roma, Fiorentina)?
I motivi sono parecchi, ma credo che ci siano tre ragioni di fondo per le quali Galliani e Braida perseguono le stesse strategie da anni.
La prima è sicuramente costituita dalle coppe che comunque i rossoneri riescono a portare a casa ogni anno. Poco importa se il campionato finisce a Novembre e se alcune partite vengono usate come sfogo per la sfilza di ultratrentenni sopraindicata, l'importante è portare a casa due partite all'anno. Infatti la preparazione atletica del Milan è impostata esclusivamente sui momenti clou della stagione, mentre il campionato e la Coppa Italia vengono snobbati come fossero allenamenti.
La seconda ragione è il pubblico: A San Siro la gente ha il palato fine, e soffre di impazienza. Ogni giocatore che arriva ha al massimo 3 partite per combinare qualcosa, in caso contrario viene definito un brocco, uno "non da Milan", uno da mandare via.
Eppure chi crede nei giovani e gli da fiducia, accettando i loro errori e dando loro il tempo di maturare, ora sta sopra di noi in classifica. E non di poco.
Guardiamo l'Inter, che con Maicon, Cambiasso e Julio Cesar ha formato un asse imprescindibile per la corazzata Manciniana, trovando in tre giovanotti all'inizio visti come mediocri tre pedine fondamentali dello scacchiere nerazzurro.
La Roma? Doni, Mexes chi li ricorda al loro primo anno? Inaffidabili, disastrosi, da mandare via. E ora? 2 sicurezze, due tra i migliori interpreti in Italia della fase difensiva. Per non parlare di De Rossi e Aquilani, e senza scomodare il mostro sacro Totti. Altro esempio Mancini, un brasiliano come tanti che faceva panca al Venezia, ora fuoriclasse al quale Spalletti non rinuncia mai.
La Juventus è stata obbligata a trovare qualche giovane dopo lo scandalo calciopoli, e ora i vari Molinaro, Chiellini, Nocerino, Palladino costituiscono una parte importante della rosa di Ranieri. Senza contare i vari Giovinco, Marchisio, De Ceglie e i tanti altri che stanno facendo benissimo in giro per l'Italia.
La Fiorentina è la portabandiera di questa politica, da Pasqual a Gamberini, da Montolivo a Donadel, da Kuzmanovich a Osvaldo a Pazzini La rosa dei viola è piena zeppa di giovani, e molti altri stanno crescendo sotto la sapiente guida di Prandelli.
Insomma le prime 4 in campionato hanno un'età media molto più giovane del Milan, Il pubblico sostiene queste scelte e di conseguenza i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
La terza ed ultima ragione è che Ancelotti stesso non ha grandi capacità di gestire i giovani. Vedesi Gourcuff, o Dhorasoo.
Sia chiaro, Ancelotti è uno dei migliori allenatori al mondo, ma forse gestire i giovani e saperli inserire non è la sua migliore peculiarità.
Visti i problemi, passiamo alle soluzioni.
La strategia da seguire potrebbe essere quella di sostituire i "vecchietti" della rosa con dei giovani, magari italiani, che possano entrare in campo e garantire grinta e forza, oltre ad avere motivazioni importantissime.
Si perchè se uno come Raggi venisse preso dal Milan, siamo certi che quando entrerebbe in campo si mangerebbe palla, avversari e cartelloni pubblicitari pur di guadagnare spazio.
Si può fare lo stesso discorso per Cafu?
In più questi giovani farebbero da riserve a campioni assoluti del calibro di Pirlo, Kaka, Seedorf, gente che potrebbe insegnargli i trucchi del mestiere.
Basterebbe un po' di coraggio da parte della dirigenza e di pazienza da parte del pubblico, perchè un progetto, come quello che ha portato il Milan dal 2002 in poi a vincere tutto, ha bisogno di tempo.
Mi auguro che i dirigenti di Via Turati possano avere questo coraggio e questa voglia di rinnovamento, sarebbe una svolta in positivo che potrebbe riportare il Milan in pista su tutti i fronti che gli competono e per tutta la stagione, e non per 2 mesi all'anno per poi lasciare il resto alla speranza che qualche campione risolva le partite.
Giorgio